lunedì 13 giugno 2011

Di digiuni, pseudo morti e vuoti.

Medea è ancora viva, nonostante tutto.
Nonostante un virus l'abbia terribilmente abbattuta e condotta alle soglie dell'incoscienza, tanto da farla piangere pensando che fosse arrivata la sua ora. Ebbene sì. Può sembrare sciocco, eppure quando si sta così male da pensare di non farcela, salgono alla coscienza, che ancora per un poco si regge in piedi, pensieri cupi e personali, ma in fondo generalizzabili. Come per il dolore o il pianto, che sono fatti sempre privati eppure universali. Quando senti che il corpo ti sta abbandonando e che non hai più controllo su di esso, la paura vince ogni cosa, ti senti perduto, solo, ed in quei momenti capisci che sei tutto ciò che hai. Quando stai per morire, o almeno pensi di, (come è successo per la prima volta a me qualche giorno fa!) capisci che di fronte alla morte sei SOLO, come lo siamo tutti, e che tutto quello che fino a cinque minuti prima contava, ora non conta più. Quando ti accorgi di non sentire più le tue braccia e le tue gambe, e vedi appannato e non senti più bene la tua voce e nessuno è lì per aiutarti, pensi: 'cazzo, ma sto morendo. E nessuno ci può fare niente'. Punto. Davvero una sensazione indescrivibile..
Poi ti accorgi che qualcuno alla fine arriva, perchè un residuo di forza in te è rimasto e hai fatto un numero di telefono.. E tutto piano piano va a posto. Perchè abbiamo la pellaccia dura e il nostro "gene egoista" non ci sta, a farsi spazzare via da una stupidissima gastroenterite! E poi sarebbe davvero il colmo: morire per una gastroenterite (o sue complicazioni, quali trauma cranico dovuto a caduta per perdita di sensi!). Davvero uno 'scacco della vita'. Assurdità come in quel film scioccherello.. come si chiamava? Final destination, mi pare..
Ma il corpo non ha morale, non come quella che dovremmo avere noi, almeno. Si limita a funzionare quando funziona, a non funzionare quando è difettoso o malato. Hai voglia a discorrere con lui! Così ti restano giorni di pseudo digiuno forzati, e voluti, anche. Che da una parte ti fanno riflettere. Come ieri, quando mi sono sorpresa in uno strano pensiero: ero nello studio a casa di mio padre, verso le 15 di pomeriggio con nello stomaco solo una fetta biscottata e tre cucchiai di riso in bianco e mi veniva da piangere. Ma molto! E così ho pensato.. che sono i vuoti, che ci fanno piangere. Sì, perchè quando c'è il vuoto, (che sia assenza di persone, attività, cibo o quant'altro) ci sei solo tu, col tuo corpo ed il tuo pensiero. E il vuoto di te stesso.. Cazzo: fa paura, perchè non ci stiamo quasi mai col vuoto di noi stessi. I vuoti si colmano con i cinema, i libri, la musica, il lavoro, l'amore, il cibo e via via. Ma se per un attimo o un giorno tutte queste cose ci vengono a mancare, cazzarola se ci fa paura tutto questo. Siamo solo noi, con noi e di fronte a noi. E allora lì sì che ci vuole coraggio. Lì sì che c'è paura. Quella paura che sentiamo quando la morte si sta (o pare starsi) avvicinando.

Ok: non saranno ragionamenti festosi, ma vale la pena di soffermarcisi un attimo, forse.
Ora, comunque, per fortuna sto un pò meglio, e a breve mi aspetta un bel petto di pollo scondito al vapore con (stasera: lusso) anche una carota lessa. Almeno l'ago della bilancia scende un pò!!
Buona serata e buoni vuoti, quando arriverà il momento. Perchè, a tratti, arriverà anche per voi!

P.S.: Era questo il film che dicevo: ASSURDO!!!! (Non riesco a postare il video, ma guardatelo):
http://www.youtube.com/watch?v=bJ6WKRTV34I&feature=related